Il biocombustibile è un combustibile ottenuto attraverso un processo di trasformazione dalle biomasse quali: grano, mais, bietola, canna da zucchero, ecc. Sono considerati biocarburanti il bioetanolo; il biodiesel; gli olii vegetali e il biogas.
i biocarburanti di seconda generazione sono prodotti con materie prime residuali ovvero tutte quelle biomasse, come cellulosa, legno, alghe e miscanto, che sono state utilizzate per la produzione di materie prime e i cui scarti vengono valorizzati per ottenere bio oli prodotto con particolari processi, come ad esempio la piro-gassificazione.
La politica europea nel campo dei biocarburanti si inquadra all'interno del movimento internazionale per il contenimento del fenomeno del riscaldamento globale e la riduzione delle emissioni di gas serra, che ha avuto nel “Protocollo di Kyoto”, del dicembre 1997, un impulso particolarmente significativo ed importante ed ha come obbiettivo il raggiungimento della quota minima del 10% per i biocarburanti nel totale dei consumi di benzina e gasolio per autotrazione dell'UE entro il 2020. In Italia le percentuali di immissione annua di biocarbuarnti sono normate dall'Articolo 3.1 del DM 10 Ott.2014.
Per monitorare e verificare l’assolvimento dell’obbligo sono stati istituiti i “Certificati di Immissione in Consumo” dei biocarburanti, rilasciati dal GSE ai Soggetti Obbligati che immettono i biocarburanti nel sistema di distribuzione nazionale.
Approfondisci sul sito del GSE
L' Impianto che produce Bio Olio
L’impianto di pirogassificazione è progettato per consentire l’attività di recupero di materiali lignocellulosiche da materiale organico di recupero o di smaltimento, attraverso un processo in grado di consentire recupero di energia e biocarburante avanzato.
Il biocarburante avanzato è ottenuto da biomasse residuali e non da materie prime coltivate ad hoc per questo tipo di produzione. Si tratta di un tema delicato, che più volte ha suscitato perplessità e critiche a causa delle ingenti emissioni, provocate soprattutto dal cosiddetto ILUC (Indirect land-use change), ovvero la ridestinazione dei suoli da agricoltura tradizionale, per alimentazione umana o animale, a produzione di biocarburanti.
Utilizzare biomasse residuali, come per il nostro impianto, significa invece utilizzare gli scarti di un processo produttivo e quindi trasformarli da rifiuti in risorse, certificati per la loro provenienza durante il processo produttivo e classificati per le loro caratteristiche nella Tab 1A del DM 6/07/2012 o 23/06/2016 al fine di ottenere un biocarburante, con tutte le caratteristiche necessarie per essere anch’esso classificato avanzato come da Articolo 3 del DM 10 Ott.2014.
Nella sua particolare configurazione, l’impianto può essere costituito da n. 1 o più moduli di pirogassificazione. I gas recuperati dal processo alimentano caldaie o gruppo/i di cogenerazione, il carbone vegetale prodotto, denominato Biochar, è classificato ai sensi della DLgs. N.75/2010 e venduto come ammendante, il Bioolio rientrante fra i biocarburanti avanzati di seconda generazione venduto o trasformato in biodiesel.
Il ciclo di trattamento realizzato nell’impianto
Il recupero delle biomasse lignocellulosiche avviene mediante un processo di pirogassificazione del carbonio, con un impianto in depressione, caratterizzato da bassi valori della temperatura.
L’energia recuperata
Il processo permette di recuperare combustibile, allo stato gassoso o syngas, e olio combustibile, definito biocarburante di seconda generazione, con caratteristiche di composizione e potere calorifico idoneo per produrre biodiesel.
Le materie recuperate
Dal processo di pirogassificazione, oltre al recupero della componente prettamente energetica, sarà possibile recuperare anche gli altri costituenti delle matrici lignocellulosiche rappresentati dalla loro parte carboniosa.
Processo e funzionamento dell’ Impianto
L’impianto di pirogassificazione agisce sui materiali lignocellulosici tal quali e si compone fisicamente di quattro parti essenziali:
I vantaggi di questa soluzione impiantistica
Utilizzo e valorizzazione, in prodotti ed energia, di una molteplice varietà di prodotti, non utilizzabili per altri impieghi alimentari, e di lavoro vedi tabella 1A del DM 6/7/2012 /DM 23/06/2016
Bilancio di massa
A partire da 1.000 kg di biomassa si possono ottenere:
30-200 kg di olio combustibile
150-300 kg di carbone vegetale
300 kg di massa equivalente corrisponde al quantitativo di energia utilizzata per il funzionamento del processo e parte di gas ancora utilizzabile nell’alimentazione del motore a combustione endotermica o in caldaia.